TERZO INCONTRO DELL’ACCADEMIA A PIOMBINO

Tra i progetti dell’Accademia che sono stati esaminati e definiti, il primo riguardato la presentazione del prossimo “Incontro dell’Accademia” che si svolgerà nei pressi di Piombino e è organizzato da Luciano Giannoni. Giannoni, assieme ad Erica Foggi ha curato l’allestimento degli tesori numismatici esposti a Populonia e a Scalino. La giornata si articolerà in due fasi, alla mattina i partecipanti s’incontreranno al parco archeologico del Castello di Scarlino.

Oltre a vedere la Rocca e il centro storico del paese, si visiterà l’antiquiarium recentemente riallestito in cui è esposto il “Tesoro di Scarlino”, costituito da 100 ducati d’oro emessi da alcune zecche italiane.

Torchio in bronzo del Gualchieri, attualmente conservato presso il museo Davia Bargellini di Bologna. Nella parte alta del torchio è impressa la data di costruzione: 1685. Sotto vi sono le iniziali dello zecchiere G.C.G. (Giancarlo Gualchieri). Alla base sono ben evidenti le appendici che servivano a fissarlo al suo basamento. Degli accessori non è rimasto nulla se non il portaconio inferiore.

Il borgo di Scarlino, ai piedi della rocca aldobrandesca.

Probabilmente si trattava di “fiorini di suggello” contenuti nel loro sacchetto d cuoio del quale oggi non è rimasto nulla, A partire del XIV secolo era stato creato a Firenze uno specifico uffizio destinato a controllare la bontà delle monete d’oro, in particolare relativamente al peso. Infatti, essendo l’oro un metallo piuttosto tenero, le monete subivano con la circolazione una rapida usura che ne riduceva il peso. Per l’elevato valore di questo metallo, la riduzione di peso poteva essere tale che le monete fossero rifiutate. È ovvio che il controllo del peso era facile per banchieri e mercanti ma problematico per gli altri. Per risolvere il problema, il governo fiorentino, come altri stati, decise di creare un servizio pubblico a pagamento con cui era possibile controllare che il peso delle monete d’oro fosse accettabile. A quel punto i fiorini approvati erano rinchiusi in un sacchetto di cuoio chiuso accuratamente e sigillato con un contrassegno ufficiale di garanzia, in modo che nessuna moneta potesse venire sostituita. Al suo interno il numero delle monete era fisso; in particolare i contenitori da cento pezzi erano molto comodi per effettuare rapidamente dei grossi pagamenti per i quali era sufficiente contare le borse sigillate, senza pesare le monete una per una. Poiché le monete d’oro emesse da zecche diverse erano tutte allineate allo stesso peso e bontà, nelle borse potevano essere contenuti aurei di diversa provenienza, come appunto nel caso del tesoretto di cento monete rinvenuto a Scarlino.

Nel pomeriggio i partecipanti e i loro accompagnatori si sposteranno a Populonia/Piombino, presso il Museo privato “Gasparri” dove, tra gli altri oggetti sono esposte una parte (circa 1/3) delle monete facenti parte del “Ripostiglio di Populonia” (anno 1937). Vi sono inoltre conservati i reperti etruschi provenienti dalle necropoli populoniesi e concessi ai proprietari dei terreni dove insistono le necropoli e l’area industriale e portuale. Dopo il pranzo si visiterà il museo privato “Gasparri” dove, tra i molti altri reperti è esposta una parte (circa 1/3) delle monete ritrovate nel “Ripostiglio di Populonia” (anno 1937). Vi sono inoltre conservati numerosi reperti etruschi provenienti dalle necropoli populoniesi e concessi ai proprietari dei terreni dove insistono le necropoli e l’area industriale e portuale. Visita al Castello.

Il programma dell’Incontro verrà esposto nel sito internet dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici. l’incontro, pur essendo riservato ai membri dell’Accademia e ai loro familiari, potrà essere esteso a qualche ospite esterno all’associazione, pertanto se qualcuno è interessato a partecipare può contattare Luciano Giannoni (lu.giannoni46@gmail.com). Tuttavia il numero dei partecipanti esterni sarà necessariamente ridotto.

Alcune monete etrusche del tesoro rinvenuto nella necropoli situata nei terreni della famiglia Gasparri

Populonia: necropoli del golfo di baratti.

La necropoli di Populonia è emersa con gli scavi delle scorie ferrose residue dall’estrazione del ferro dai minerali provenienti dall’isola d’Elba. Infatti in origine il ferro dell’isola d’Elba, ricchissima di minerali ferrosi, era estratto direttamente sull’isola. Poiché per tale attività occorrevano quantità enormi di carbone ottenuto dagli alberi dell’isola i suoi boschi furono completamente distrutti. A quel punto il trattamento del minerale ferroso fu trasferito sulla terraferma. L’intensa attività produceva con le tecniche dell’epoca, scorie ancora molto ricche di ferro e così abbondanti da giungere a ricoprire al vecchia necropoli di Populonia. Poiché le tecnologie del XX secolo erano in grado di estrarre nuovo ferro dalle vecchie scorie, si iniziò ad usarle nella moderna acciaieria di Piombino per cui la necropoli tornò alla luce e con essa il tesoretto delle monete di Populonia.

VOLUMI DELLA NUOVA COLLANA IN FASE DI PROGETTAZIONE

Ripostiglio di monete etrusche di Populonia

Scritto da Fiorenzo Catalli e Luciano Giannoni, verrà presentato nel corso del terzo Incontro dell’Accademia a Piombino. Il volume descrive una parte importante di uno dei maggiori ripostigli di monete etrusche mai rinvenute (500 esemplari).Tommaso Gasparri, proprietario del terreno in cui fu rinvenuto il tesoro, lo consegnò allo stato italiano, e come ammetteva la legge ricevette come premio di ritrovamento una parte delle monete. Le monete di proprietà pubblica furono esposte nel 1943 nel pubblico museo di Populonia, dove furono purtroppo oggetto di diversi furti. Al contrario, quelle di proprietà privata sono oggi esposte nel museo privato allestito dalla famiglia Gasparri e che sarà oggetto della visita organizzata dall’Accademia. il testo descrive con precisione, compreso il peso, tutti i singoli esemplari presenti nella parte del ripostiglio conservato nel museo.

Il volto di Metvs, ovvero la “Gorgone” dei Latini. È una delle monete che fanno parte del grande ripostiglio di Populonia.