
ASPETTI DI STORIA DELLA TOSCANA ATTAVERSO MONETE E MEDAGLIE
a cura di Massimo Sozzi
CRISTINA CICALI, I denari enriciani di Lucca e le loro imitazioni (metà XII – metà XIII secolo): il caso dei “denari vecchi di Volterra”, p. 9
DOMENICO LUCIANO MORETTI, MATTIA FRANCESCO ANTONIO CANTATORE, La circolazione del denaro lucchese tra Appennino Tosco-Emiliano e Po: secoli XI-XII. Un primo bilancio sulla base di fonti scritte e materiali, p. 37
MONICA BALDASSARRI, La zecca e le monete di Pisa in età medievale: dati acquisiti, problemi aperti e qualche novità, p. 59
MASSIMO DE BENETTI, Le prime emissioni del fiorino piccolo o denaro di Firenze (1255 ca. – ante 1303), p. 99
ALESSIO MONTAGANO, “Bona moneta nova fiat et cudat ad voluntate dominos Novem ubernatores et Defensores Comunis et Populi Senesi”. La monetazione senese all’epoca dei Nove (1287-1355): proposta per una nuova classificazione, p. 125
MASSIMO SOZZI, Storie di miniere e metallurgia dell’argento e del rame a Massa di Maremma nei secoli XIII e XIV p. 163
MICHELE CHIMIENTI, FABIO PETTAZZONI, Significati politici dell’araldica nelle monete dei Medici, p. 189
VINCENZO CASTELLI, LUCIANO GIANNONI, RENATO VILLORESI, Le monete della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino, p. 251
LORENZO BELLESIA, La zecca di Massa di Lunigiana. Alcune nuove considerazioni, p. 307
LUCIANO GIANNONI, Le “gratie” di Niccolò Ludovisi Principe di Piombino, ed il loro peso nell’economia del Principato, p. 315
ROBERTO GANGANELLI, Il Magister Monetae e la doppia da due della zecca di Lucca, p. 335
Appendice
LEONARDO MEZZAROBA, Arnaldo Turricchia e i suoi fondamentali studi di medaglistica, p. 351
Nel 1967 ebbe luogo il III Convegno Internazionale di Studi promosso dal Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte di Pistoia, dedicato, come indicato dal titolo, allo studio delle «Zecche minori toscane fino al XIV secolo». Ad esso presero parte alcuni dei nomi più prestigiosi della numismatica nazionale, e non solo, guidati dal prof. Franco Panvini Rosati, il quale nella presentazione degli atti che, furono pubblicati sette anni dopo, scriveva che in Italia quello era stato il primo convegno che avesse avuto come tema un argomento specifico della monetazione medievale toscana e lamentava che, purtroppo, nonostante i sette anni trascorsi, era rimasto l’unico. Certo il professore non avrebbe mai immaginato che sarebbe rimasto l’unico per ben altri cinquanta anni, fino al 2017, quando a Massa Marittima è stato organizzato il convegno «Massa di Maremma e la Toscana nel basso Medioevo: zecche, monete ed economia» per celebrare il settimo centenario dell’apertura della zecca medievale locale e la coniazione del grosso massetano, convegno dedicato però solo in parte a temi numismatici. Ecco che nel presente 2021, grazie all’Accademia Italiana di Studi Numismatici in sinergia con la Fondazione Antica Zecca di Lucca, il lungo silenzio viene definitivamente interrotto da una giornata di studi, prettamente numismatici, dal titolo «Aspetti di storia della Toscana attraverso monete e medaglie. Alcune messe a punto» che si terrà presso la sede della Fondazione in data da stabilire, a causa della terribile pandemia che ha colpito l’intero pianeta e che tuttora imperversa. Gli studi qui presentati, dedicati alla memoria degli accademici Giuliano Marchetti e Arnaldo Turricchia, avrebbero dovuto essere presentati il 9 maggio 2020 ma gli organizzatori sono stati costretti ad annullare l’evento e rimandarlo di un anno. Questi atti, come il lettore avrà capito, sono stati compilati prima della giornata di studi e verranno consegnati in quell’occasione. Il convegno si terrà presso il Museo della Zecca di Lucca, ospitato nella Casermetta San Donato, che si trova sulle Mura Urbane.
Procediamo ora alla disamina dei contributi presenti in questo volume.
Apre Cristina Cicali che, facendo riferimento ad alcuni tipi di denaro enriciano di Lucca individuati da Michael Matzke nella sua classificazione, propone tra le numerose varianti di questa moneta l’identificazione del denaro volterrano vecchio, imitazione del denaro lucchese, attraverso un puntuale esame di esemplari provenienti da scavi archeologici, mettendo a disposizione degli studiosi alcune varianti inedite per futuri confronti.
Moretti e Cantatore affrontano la problematica relativa alla circolazione del denaro lucchese in Emilia Romagna nei secoli XI e XII. Attraverso lo scrupoloso studio di documenti editi e risultati di scavi archeologici individuano i contorni e gli elementi caratteristici dell’importante area monetaria del lucchese compresa tra l’Appennino Tosco-Emiliano e il fiume Po.
Monica Baldassarri illustra in modo sintetico ma puntuale la grande mole di dati acquisiti sulla zecca di Pisa e passa in rassegna le ipotesi classificatorie e di ricostruzione storica proposte dalla più recente e accreditata storiografia; individua altresì possibili percorsi di ricerca per le questioni sulle quali non si è ancora giunti a una soluzione condivisa. In particolare, sulla base di nuovi elementi archeologici, numismatici e archivistici, prende nuovamente in esame datazioni, uso e classificazioni di alcune serie monetali del XIII e XIV secolo, approfondendo inoltre il contenuto di un documento del 1370 fino ad ora non correttamente valutato.
Massimo De Benetti espone una sua proposta di classificazione dei fiorini piccoli duecenteschi basata sui dati delle ricerche archeologiche e corroborata dall’esame delle caratteristiche stilistiche, epigrafiche e pondometriche. Ricostruisce così un quadro d’assieme articolato e ricco di informazioni che va dalle prime emissioni risalenti agli anni ‘50 e ‘60 del Duecento sino all’identificazione di una nuova serie coniata con numerosi segni di zecca tra la fine degli anni ‘60 e il 1303, avente caratteristiche diverse dai piccioli coniati dal 1315.
Alessio Montagano mette a frutto le numerose e approfondite ricerche che ha portato avanti in questi anni sulla numismatica senese focalizzando la sua attenzione sulla produzione seriale della zecca senese al tempo dei “novem gubernatores et defensores comunis et populi senensi” (1287-1355), di cui aggiorna le classificazioni nominali e cronologiche già proposte in una sua recente pubblicazione. L’autore lega strettamente, in un discorso di ampio respiro, l’analisi numismatica al complesso orizzonte storico in cui si colloca la grande potenza di Siena in questi decenni cruciali del basso Medioevo.
Il contributo di Massimo Sozzi ha per argomento la zecca di Massa di Maremma, l’odierna Massa Marittima in provincia di Grosseto: vengono riportate le informazioni più recenti relative ai nominali e ai conii, la maggior parte dei quali ritrovati proprio grazie alle sue ricerche. La trattazione riguardante la monetazione rimanda peraltro a un aspetto essenziale della storia comunale di Massa di Maremma: lo sfruttamento delle risorse minerarie e l’attività metallurgica caratteristica del suo territorio che permettevano di ricavare l’argento e il rame con cui venivano realizzate le monete. A questo proposito l’autore non manca di sottolineare l’importanza del Codice Minerario massetano – del quale cita passi significativi – per comprendere come era regolata per legge sia l’estrazione del minerale che la produzione di rame e argento.
Chimienti e Pettazzoni allargano il discorso della numismatica all’araldica. In particolare concentrano la loro attenzione sullo stemma mediceo, mettendo in luce le modifiche che esso subì relativamente al blasone e al “timbro”: modifiche che stanno a indicare i grandi obbiettivi politici raggiunti dai Medici e le altrettanto grandi ambizioni che animarono questa famiglia.
Castelli, Giannoni e Villoresi prendono in considerazione le monete coniate dalla Repubblica di Siena riparata in Montalcino tra il 1556 e il 1559. La ricostruzione del Corpus della monetazione e lo studio dei conii è di grande significato dal punto di vista numismatico e si inserisce all’interno di un drammatico episodio della storia toscana cinquecentesca e, più in generale, del terribile conflitto franco-asburgico: è infatti con la pace di Cateau–Cambrésis del 1559 che Montalcino passa come “feudo” a Cosimo I.
Il contributo di Lorenzo Bellesia è incentrato sugli studi più recenti relativi alle monete e alla zecca di Massa di Lunigiana. ???
Luciano Giannoni dà conto dei test statistici e delle analisi chimico–fisiche effettuati sulle crazie coniate dalla zecca di Piombino per volontà dei principi Niccolò e Giovan Battista Ludovisi. L’analisi numismatica serve a mettere a fuoco fatti storici di rilevante interesse: in particolare si cerca di fare chiarezza sui bandi emessi dal governo dei Medici per proibire la circolazione di queste monete all’interno del Granducato.
L’articolo di Roberto Ganganelli vuole essere un tributo alla memoria del compianto accademico Giuliano Marchetti, appassionato numismatico e fondatore dell’Antico Uffizio della Zecca di Lucca, scomparso nel 2012. Insieme a Marchetti l’autore aveva studiato la “Doppia da due”, la più prestigiosa moneta d’oro coniata a Lucca a metà del XVIII secolo. Moneta rarissima (fino all’inizio del XX secolo non se ne conoscevano esemplari), di cui al momento si conoscono solo due esemplari: quello della collezione Martinori (acquistato da Vittorio Emanuele III nel 1913) e quello conservato nel Museo della Fondazione Antica Zecca di Lucca, voluta appunto dal Magister Monetae Giuliano Marchetti.
In appendice Leonardo Mezzaroba ricostruisce infine i momenti più importanti della vita e della produzione del compianto accademico Arnaldo Turricchia, uno dei maggiori esperti di medaglistica a livello internazionale scomparso nel 2019.
Per concludere crediamo che nel complesso questi contributi offrano al lettore anzitutto strumenti critici e storiografici aggiornati in merito a problematiche specifiche, e in alcuni casi ancora assai dibattute, della numismatica toscana. D’altro canto le relazioni riunite nel presente volume confermano l’utilità delle ricerche su queste zecche, ricerche che contribuiscono ad approfondire aspetti tutt’altro che secondari della storia della Toscana medievale e moderna.
Massimo Sozzi
Accademia Italiana di Studi Numismatici